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Cambio vita, vado ad Amsterdam

– Siamo nella merda, questo paese del cazzo non offre niente…daltronde quello che dovevo fare l’ho fatto, resta solo un esame e poi sono laureato. Ma tanto cambia poco, che ci faccio con il pezzo di carta, nulla.
– Cosa pensi di fare allora?
– Mha sai se non esce nulla di buono qui, ho pensato di andare via…
– Ah cambi cittá..?
– No, nazione
– Cioé?
– Eh, bhé avevo pensato all’Olanda, lí si che ci sono opportunitá, poi al limite parto e comincio a capire come funziona, tempo qualche mese…
– E con la casa qui come fai?
– Mha, non c’é problema…ho trovato chi prende la mia stanza
– Bella, allora é tutto fatto, deciso, si insomma hai preparato tutto?
– Mha piú o meno, credo che l’importante sia non fermarsi, bisogna cercare nuove opportunità nella vita, non arrendersi, non avere paura di rischiare, se non lo facciamo adesso, quando lo faremo…quando saremo vecchi? haha
– Hehe, hai ragione…
– Perché…non sei d’accordo? Tu non lo faresti vero? Non sei mai stato in grado di scollarti da qui…ha sempre avuto paura o cosa…
– No lascia stare questo argomento lo sai che non mi va di parlarne…
– Ecco appunto non ti va di parlarne, e invece adesso lo facciamo…é da quando ti conosco che eviti certi argomenti, non ti si riesce a capire a volte, a volte sembra…
– A volte é meglio stare zitti, é meglio non dire. Crescendo impari a capire quando stare zitto, e piú cresci e meno parli…
– Appunto, e allora adesso cerca di dirle queste parole, se crescendo starai sempre piú zitto tra qualche anno resterai muto
– Dovrei parlare di cosa, di voi figli di papá che non riuscite a fermarvi in un posto per piú di sei mesi, di voi che siete alla continua ricerca spasmodica della svolta del secolo, di voi che fantasticate su progetti ed imprese tra una canna e l’altra, di progetti ed imprese che puntualmente restano sulla carta, di voi che cercate l’indipendenza, ma non vi rendete conto che siete sempre piú dipendenti dai vostri genitori ogni anno che passa, del gioco perverso che spinge tuo padre a tenerti buono pagando il fitto di questa stanza, pagando le bollette di questa casa, le sigarette che ti stanno avvelenando e l’erba che contribuisce ad assopire quei tre neuroni che ti sono rimasti, tuo padre paga tutto questo perchè cerca disperatamente di evitare che cominci a capire come funziona la vita, ma quella vera, non quella dei film di Muccino. Oh sveglia! A trent’anni la gente si trova un cazzo di lavoro, é ora che cominci a sporcarti le mani, a piangere, a soffrire! Dovrei parlati di quel sentimento perverso che ti spinge a restare aggrappato alle tasche di tuo padre, perché sai benissimo di non valere un cazzo, sai benissimo che la vita non é quella che stai vivendo, e sai benissimo che stai sfruttando tutta questa situazione finché durerà. Vuoi che ti parli di questo? Ecco l’ho fatto…e credo di averti detto tutto quello che c’era da dirsi…

– Cioè ma ti rendi conto, ma lo sai che stai davvero male! Ma rilassati…tiè fuma che il domani deve ancora venire