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Il dolore altrui

Lucrezio nel secondo libro del “De rerum natura” scrive: “e terra magnum alterius spectarem laborem”. E’ bello e soave guardare da terra il naufragio lontano; vedere la grande fatica, il grande dolore degli altri è bello, è soave.

Questa regola dell’ animo umano è quello che ancora oggi permette a molti organi di stampa, di macinare migliaia di euro, utilizzando le classiche “immagini forti”.

Ma è una loro colpa? E’ il pubblico che chiede questo?
Una delle regole fondamentali dell’ economia è quella dell’ offerta e della domanda. Data una determinata Domanda, l’ Offerta si plasma ai suoi bisogni. Ne deduco quindi che se telegiornali, quotidiani e riviste in genere non lesinano sull’ uso di immagini forti e contenuti a volte persino raccapriccianti, deve per forza esserci una domanda che dal basso spinge affinchè si usino questi mezzi che emotivamente parlando, usando un eufemismo,  sono “altamente impressionistici”.

E’ insito nell’ animo umano osservare la tragedia e purificarsi, gioire di quello che si ha. Osservare il male per scoprire il bene che possediamo.


Finiti nell’ animo

Spaventati dall’ enorme potere delle nostre azioni inventiamo entità sovrannaturali che guidano il corso della nostra vita, entità che garantiscono la giustezza delle azioni e delle reazioni naturali, entità che fungono da genitori eterni, che riducono la responsabilità dei nostri comportamenti, dei nostri pensieri. Spaventati dalla finitezza della nostra esistenza, del brevissimo periodo di “vita” a cui siamo destinati, inventiamo un mondo nuovo, inventiamo una vita infinita, eterna, inventiamo un futuro mai finito. Creiamo teorie sulla trasmigrazione dell’ anima. Riflettendo su se stessa l’ anima si libera da tutti i vincoli del finito per diventare immortale, cerca di slegarsi dal mero compito di guida delle azioni, di pilota supremo del corpo per innalzarsi al ruolo di gioiello eterno.

Mi dispiace ma tutto questo è frutto della nostra coscienza, del nostro animo, finito , misero, semplice.  Troppo spesso diamo poca importanza alle azioni quotidiane, al pezzetto di vita che viviamo, al minuto di esistenza in cui prendiamo una decisione. E’ doloroso e difficile credere che a volte una decisione cambi il resto della nostra esistenza, muti il corso degli eventi, spezzi quella linea sottile che andava dritta per la sua strada cambiandole direzione, influenzi suo malgrado la vita di altre persone.

Il battito d’ ali di una farfalla crea uragani inimmaginabili; una nostra azione?