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Oltre i confini dell’ amore

Tratto da L’ Immortalità

di Milan Kundera

[…] Ma il territorio che aveva chiamato “oltre i confini dell’ amore” non somigliava all’ ombroso e trascurato cortile di un grande e splendido palazzo (il palazzo dell’ amore), no, quel territorio era vasto, ricco, magnifico, infinitamente vario e forse più grande e più bello dello spesso palazzo dell’ amore. In quel territorio si muovevano diverse donne, alcune delle quali gli erano indifferenti, altre lo divertivano, ma altre ancora lo facevano innamorare. Bisogna comprendere questo apparente controsenso: oltre i confini dell’ amore esiste l’ amore.

Infatti ciò che aveva spinto le avventure amorose di Rubens “oltre i confini dell’ amore” non era la mancanza di sentimento, ma la volontà di limitare quelle avventure alla sfera puramente erotica, di proibir loro qualunque influenza sul corso della sua vita. Ma in qualsiasi modo definiamo l’ amore, la definizione dirà sempre che l’ amore è qualcosa di essenziale che trasforma la vita in destino: di conseguenza, le vicende che si svolgono “oltre i confini dell’ amore”, fossero anche le più belle, sono necessariamente episodiche.


La memoria poetica

[Da “L’Insostenibile leggerezza dell’ essere”]
Si direbbe che nel cervello esista una regione del tutto particolare che si potrebbe chiamare memoria poetica e che registra ciò che ci affascina che ci commuove che rende bella la nostra vita. Da quando lui ha conosciuto Lei, nessuna donna ha il diritto di lasciare in quella parte del suo cervello foss’anche la più fuggevole impronta. Lei occupava come una despota la sua memoria poetica e ne spazzava via le tracce delle altre donne. Non era giusto, perchè  ad esempio la raghazza con la quale aveva fatto l’ amore sul tappeto durante il temporale non era affatto  meno degna di poesia di Lei.